Per l’esattezza, 528 anni e 94 giorni (che diventano 104 se si vogliono condiderare anche i 10 giorni che, nell’ottobre del 1582, papa Gregorio XIII soppresse nel passaggio dal calendario Giuliano al suo per recuperare il divario che si era venuto a creare nel corso dei secoli e riportare l’equinozio di primavera alla data stabilita dal Concilio di Nicea, ovvero il 21 Marzo).